Figli Disabili

Figli con ADHD: come aiutarli nello studio

Il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) è una condizione neurologica caratterizzata da difficoltà a concentrarsi, a rimanere focalizzati su un compito e/o a controllare i movimenti. Si stima che l’ADHD colpisca circa il 5-7% della popolazione pediatrica, mentre la percentuale sale al 10-12% nella fascia adolescenziale. I sintomi dell’ADHD si manifestano tipicamente in età prescolare, ma possono persistere anche nell’età adulta. La diagnosi di ADHD viene effettuata da uno specialista dopo aver escluso altre possibili cause dei problemi di concentrazione e di iperattività.

ADHD: cos’è il disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività

Il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) è una condizione caratterizzata da difficoltà a prestare attenzione, scarsa capacità di organizzarsi e/o pianificare, impulsività e iperattività. La sua prevalenza varia a seconda dell’età: si stima che colpisca circa il 3-5% dei bambini e l’1-2% degli adulti.

ADHD e legge 104

L’ADHD è un disturbo riconosciuto dalla legge 104/1992 come disabilità. Pertanto, chi ne soffre ha diritto a benefici economici, scolastici e sociali. La legge 104 riconosce l’ADHD come disabilità e prevede delle agevolazioni per chi ne è affetto. In particolare, i bambini con ADHD hanno diritto a ricevere una dispensa dalle prove scritte in alcune materie, a usufruire di appositi strumenti compensativi durante le interrogazioni orali e a rimanere nel gruppo classe con gli altri studenti della propria età. I genitori di figli con ADHD possono contare sull’aiuto della scuola per affrontare al meglio questa condizione.

Sintomi dell’ADHD

Secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), l’ADHD è il disturbo psichiatrico più diffuso fra i bambini. Si stima che colpisca circa il 5-7% dei bambini in età scolare, soprattutto maschi. I sintomi dell’ADHD sono: eccessiva irrequietezza, impulsività, disattenzione. Questi sintomi possono causare problemi a scuola, con gli amici e nella vita di tutti i giorni. Come riconoscere l’ADHD? I segnali da tenere d’occhio sono: difficoltà a prestare attenzione, movimenti eccessivi, fatica a stare seduti per lungo tempo, interruzioni continue durante le conversazioni, difficoltà nel mantenere un comportamento adeguato alle regole sociali.

Riguarda soprattutto i bambini, anche se può manifestarsi in età adulta, ed è caratterizzata da difficoltà nel mantenere l’attenzione, nel focalizzarsi sugli obiettivi e nell’eseguire compiti complessi. Vi sono poi problemi di impulsività e di movimento eccessivo. I bambini con ADHD spesso non riescono a stare seduti nella scuola e a concentrarsi sulle lezioni, finendo per essere etichettati come “poco intelligenti” o “disobbedienti”. La diagnosi viene effettuata da un medico specialista dopo aver valutato la presenza di almeno sei dei nove sintomi elencati dal Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5).I genitori di bambini con ADHD devono affrontare numerose difficoltà legate alla scuola.

Come aiutare i tuoi figli ADHD nello studio

Molti genitori si chiedono se è utile trasferire il figlio con ADHD da una scuola all’altra per cercare di risolvere i suoi problemi. La risposta non è semplice, perché dipende da molti fattori. In generale, però, la scuola può essere un luogo molto impegnativo per un bambino con ADHD e può causargli grande stress. I genitori dovrebbero parlare con gli insegnanti della scuola del figlio e cercare di trovare un ambiente adatto alle sue esigenze. In alcuni casi può essere utile iscrivere il bambino in una scuola speciale o in un centro estivo dove può ricevere cure e attenzione specifiche per il suo disturbo. I genitori di bambini con ADHD devono prestare particolare attenzione alla gestione della routine domestica e scolastica. Ecco alcuni consigli utili:

– Organizzare un ambiente di studio ordinato e calmo. Evitare musica o rumori che possono distrarre il bambino.

– Costruire un programma di studio graduale, in modo da non sovraccaricarlo. Includere delle pause per giocare o per fare esercizio fisico, in modo che il bambino possa rilassarsi.

– incoraggiare il bambino a concentrarsi su un’attività alla volta e a completarla prima di passare alla successiva.

– Avere pazienza e comprensione. Ricordate che è importante non sottovalutare il bambino e non criticarlo in modo eccessivo.

– coinvolgere tutta la famiglia nella gestione del disturbo. È importante che tutti i membri della famiglia siano consapevoli delle difficoltà del bambino e lavorino insieme per aiutarlo a superarle.

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